Brasile Maggio …
marzo 4, 2012 § 7 commenti
Brasile Maggio 1998……….
Dopo essermi integrato da circa 6 mesi nel tessuto urbano e nel caldo tropicale dello Stato del Sol cercavo di profittare delle opportunità che mi si presentavano.
Il sabato con la macchina in dotazione percorrevo i 200 Km che mi separavano dal mare (oceano Atlantico) e passavo week end a crogiolarmi a sole a bere Cai Pirigna ,cavalcare le onde e bearmi dei posteriori del genere femminile della fauna locale che sono tra i più belli del mondo. Avere compagnia era la cosa più semplice del mondo ma tutto questo paradiso mi annoiava
Ormai avevo visto le cose più interessanti dei dintorni: il Guaiba un fiume che non avevo mai sentito nominare ma che era tanto largo che non si vedeva l’altra riva che veniva risalito dalle navi che si avventuravano fino in Paraguay sbarcando le merci a Porto Alegre dove io vivevo e lavoravo.
Paesi come Gramado un paese in stile Sud Tirolese nel pieno della foresta tropicale.
Decisi di avventurarmi all’interno del paese ,anzi arrivare in un punto di frontiera dove si incontrano tre grandi stati sudamericani Argentina Paraguay e Brasile appunto” tres fronteras” che è vicino alle cascate di Fos de I Guaçu che sono tra le più belle del mondo e tra le più grandi.
Vado in agenzia e valuto le varie offerte ,ho 5 giorni a disposizione e voglio che siano sfruttati bene, mi propongono viaggio aereo o macchina in affitto ci sono circa 1200km e mi dicono che c’è anche un pullman ma me lo sconsigliano perché è il mezzo dei poveri; in momento di ribellione proletaria scelgo proprio questo mezzo ……. strana la mente umana .
Il giorno della partenza mi presento con il mio bagaglio a mano e guardo l’umanità che mi circonda e mi pento subito della scelta …. ma ormai è tardi …quando mi farò più furbo???? ..ma……
Il mezzo non è in condizioni orribili ,ma non si può mai dire…..salgo e mi siedo al mia posto che mi viene indicato da un aiutante autista ,con un cappello con la visiera malconcia e dei denti neri come se li avesse colorati ,che si da arie da comandante di una nave. Il sedile ha le molle allentate ed è liso dai culi ruvidi che sono passati su di lui. Mi guardo in giro e valuto i miei vicini visto che il viaggio è di circa 16 ore ma l’orario non è sicuro, chissà quante cose possono succedere per strada.
Da un lato c’è un donnone con un foulard gigantesco e la faccia da india ,sta borbottando con qualcuno e sembra una pentola di fagioli sul fuoco: vicino a lei è seduto un uomo di una età indefinita che mastica instancabile e ai lati della bocca gli cola un liquido marrone che si asciuga con uno straccio lercio. Il sedile vicino al mio è vuoto e spero resti tale visto che ormai la cazzata l’ho fatta…… almeno un po’ di fortuna . Il resto del pullman è pieno o quasi e il sole di autunno lo sta surriscaldando e la gente suda e se si è lavata poco il mix non è dei migliori .Poco più avanti si sente alzare la voce, il presunto comandante del mezzo sta discutendo con una ragazzina con un neonato in braccio e la spinge fuori ma lei si artiglia e gli mostra dei soldi, io riesco a capire che non bastano . Lui continua a spingerla e a parlarle con un tono duro e cattivo ,lei ormai è sul predellino e il bambino frigna, la confusione aumenta e il cerbero la sta quasi avendo vinta, la differenza sono pochi spiccioli….mi alzo e con un tono più duro che posso zittisco quella specie di bestia, gli allungo qualche banconota perché la finisca e mi siedo…lui finalmente contratta con la ragazza le da il resto e la fa passare… il solo sedile vuoto ..è quello vicino al mio …ma quando uno se le va a cercare….
Mi alzo e la faccio passare avrà meno di 16 anni e il neonato avrà poco più di due mesi e di un colore olivastro che in lei non è così evidente. Si siede e come ringraziamento mi sorride poi guarda fuori dal finestrino e sta muta , d’altronde non mi aveva chiesto niente. Io guardo il bimbo e penso.. sarà il suo fratellino….o lo spero.
Il pullman parte e tutta la compagnia si aqueta e si sistema per dormire ,il bambino cullato dal dondolare del mezzo è immerso in un leggero sonno e lei guarda fuori dal finestrino ostinata .
Mi appisolo e vengo svegliato dal sobbalzare del pullman che si ferma in una piazzola vicino a un bar e chi vuole può scendere a mangiare qualcosa ,sono già passate 4 ore be!!!! È già qualcosa, ma la strada è ancora lunga. Considerando che la mia vicina non aveva i soldi per il biglietto sicuramente non aveva i soldi per mangiare qualcosa .Compero una bottiglia d’acqua un paio di panini , qualche sacchetto di schifezze e un sacchetto di frutta ,butto tutto in una sporta ed avvicinandomi vedo che la ragazzina non è scesa e guardando meglio vedo che sta allattando, non è il fratellino è il figlio … lei non avrà neanche 16 anni…quando mi siedo ha finito e mi chiede se posso tenergli il bambino che deve andare in bagno…….quando uno se le cerca…. Sto bene attento che non mi rigurgiti sui pantaloni ma per fortuna lei arriva presto , io non so che scusa trovare per darle il cibo che ho preso per lei ,poi faccio la cosa più semplice …prendo il sacchetto e glielo do ;lei mi guarda e senza ringraziarmi si mangia quasi tutto mettendosi via accuratamente la frutta avanzata, il suo modo di mangiare mi ha aperto il cuore ,aveva una fame della madonna e sono contento per quello che ho fatto .Lei mi guarda e in un brasiliano troppo stretto per me inizia a parlare, io le chiedo di parlare piano e chiaro e lei si adegua , mi racconta la sua storia :
E’ scappata di casa che aveva 11anni ed è arrivata a Porto Alegre ed è vissuta per strada per tre anni.Poi ha incontrato il suo amore, un mulatto di 16 anni che l’ha violentata ,l’ha messa in cinta e la mollata in una baracca fatta con i sacchetti della spazzatura vicino alla discarica ,quando è stato il momento di partorire una megera le ha fatto avere il bambino e in cambio del mantenimento voleva il bambino per venderlo a qualche coppia senza figli. Lei subito aveva accettato ma appena ripreso le forze era scappata ed era finita dalle suore che però anche loro volevano levarle il bambino.Ora ritornava dai suoi per lasciargli il bambino e poi ritornare in città a cercarsi un lavoro come cameriera . Io stavo a sentire senza aprire bocca anche se i pensieri mi si accavallavano, lei continuava con le sue considerazioni senza basi ed io pensavo al quel bambino che crescerà in in villaggio a rovistare negli scarti del cibo e quando sarà cresciuto finirà per scappare ed andare a tirare la colla per prendere lo sballo e la ragazzina che ritornerà in città a cercare un lavoro che nessuno le darà e qualcheduno la metterà a prostituirsi per pochi spiccioli e la riempirà di botte se non porterà soldi e questo fino all’abbrutimento più totale se non alla morte per AIDS che sarà la sua liberazione……… ma a sentire lei, aveva grandi prospettive ed io ero depresso perché mi sentivo impotente e non sapevo come poterle cambiare il corso degli eventi.
Sono arrivato alla mi destinazione e prima di scendere le ho messo 100$ in tasca e spero li abbia usati bene.
Sono entrato al “San Martin” con un certo disagio , il resort mi sembrava fuori posto con tutti i confort che offriva e una certa melanconia mi pervadeva.
Il primo giorno alle cascate non ero nelle condizioni di spirito per godermele ..poi la loro maestosità ha preso il sopravvento e ha spazzato via le miserie della vita e il mio stato d’animo nero.
Le cascate hanno un fronte di più di un Km con vari balzi e con un rombo impressionante ci sono delle passerelle di legno che ti portano vicino alle cascate nei vari punti. Il mio albergo era posizionato proprio con in primo piano le cascate nella loro grandezza al di sopra di tutto e questo ti fa dimenticare …ma non bisognerebbe dimenticare o quando è il momento bisognerebbe ricordare.
Spero che questo mio racconto vi piaccia ma non è fantasia è verità purtroppo ….non ho mai più visto quella ragazza.
ora l’ho letto.
hai fatto molti viaggi tu?
io li feci tutti con mio padre, poi non ho più avuto i soldi o il tempo.
insomma…mi manca viaggiare sul serio
direi di si….molti viaggi e molte culture ..sicuramente più per lavoro che per vacanza….
sono tornato pochi giorni fa dal Bangladesh
un sorriso
Mauri
Grazie, per questo scritto. Mi ha lasciato una profonda tristezza
nell’Anima … ma poi ho pensato che in fondo anche questa è la VITA
Letizia
si , anche questo è la vita…noi viviamo in un mondo variamente articolato
un post pieno di vita ma anche molto triste per quello che hai narrato. Un viaggio che fa riflettere e domandarsi perché la vita è così dura per certe persone.
Anch’io avrei scelto l’autobus. L’unico modo per conoscere un paese è vivere fra la sua gente.
io l’ho scelto perchè tutti me lo sconsigliavano