Thai 2
marzo 21, 2012 § 7 commenti
Ritorniamo in “oriente” per un periodo di permanenza che mi ha arricchito di nuove esperienze.
Quando mi sveglio siamo praticamente arrivati, la strada si snoda su una collina ed ha oriente ho il mare è passato il mezzogiorno e il sole è alto nel cielo ,ci allontaniamo dalla costa entrando in una giungla rigogliosa ed a occidente vedo le montagne del confine Birmano ma dopo pochi Km prendiamo un bivio e ritorniamo verso il mare . Il mio accompagnatore mi chiede le mie intenzioni e io chiedo di essere portato in cantiere per rendermi conto di cosa mi aspetta; quel pezzo di strada in cui ero sveglio mi aveva creato due stati d’animo mischiati ,uno era di perplessità per il senso contrario di marcia e un altro di pace per la maestosità della giungla che era ai bordi della strada….una foresta pluviale molto fitta…….. Volevo parlare con il responsabile il più presto possibile… sono in ritardo di un giorno. Il funzionario mi accoglie cordialmente e dopo un veloce giro di ricognizione mi invita a recarmi a riposare e mi dice di scegliermi la mia locazione ..albergo o Bungalow ……Usciti ci avviamo verso il mare e sul lungomare si affacciano un paio di alberghi una serie di residence una miriade di locali dove si può bere e mangiare ; verso il porticciolo dei pescatori trovo un residence di bungalow sulla spiaggia un po’ discostato dal traffico e mi accoglie una bella signora che parla un buon inglese e mi fa scegliere per il Bungalow. che preferisco perché la stagione sta volgendo al termine e ha molta disponibilità. La mia scelta cade su una costruzione proprio sul bordo della spiaggia con una vista magnifica , è una costruzione in mattoni fino all’altezza di un metro e poi sopra tavole in legno verniciate di rosso e un tetto a due spioventi in ondulato ,una bella veranda sul davanti; la porta e le finestre sono verniciate di bianco, è composta da una camera ampia ,un cucinino ed il bagno, il tutto più che sufficiente per me .Quando il mio accompagnatore mi lascia ho una altra sorpresa e cioè la macchina che è a mia disposizione per i miei spostamenti ma un po’ di ansia per la guida mi pervade lentamente , la scaccio, è un problema che affronterò al momento giusto. La sera mi muovo a piedi e prendo nota dei punti di riferimento, sul mare la brezza mitiga il caldo e passeggio guardando dentro i locali, che sono poco più che baracche, illuminati con luci colorate e vivide e dentro si muove una umanità varia , entro in uno di questi locali che mi sembra il più grande e mi siedo in un tavolino a lato di un palco dove si esibiscono delle cantanti.
Devo assorbire l’atmosfera , ogni ambiente ha le sue caratteristiche.. il suo modo di deformare la realtà ,l’aria di mare entra dal lato aperto sulla spiaggia e fa dondolare le lampade appese da quel lato poi si smorza ;sotto al palco ci sono due grandi tavolate dove si chiacchiera concitatamente e più lontano clienti sparsi, con ragazze che si siedono ai tavoli e vengono o accettate o allontanate, io cerco di stare nell’anonimato è la prima sera e devo prendere informazioni e modi di comportamento , mi sorseggio una bibita e rifiuto un paio di volte compagnia. La mia attenzione viene richiamata dalle due tavolate che sembrano essere in preda ad una strana eccitazione, in ognuno dei due tavoli un uomo è in evidenza e gesticola contro l’altro tavolo , non capisco una parola ma cerco di capire la situazione . Sul palco ,una bella ragazza sta cantando con una voce flebile ma melodiosa ,ha i capelli raccolti sulla testa e bloccati da due spilloni che reggono una specie di coroncina che trasmette bagliori metallici ;è vestita con una specie di chimono fiorato con uno sfondo dorato e i bordi neri e una fascia alta le stringe un vitino invidiabile .La musica smette e i due gruppi si lanciano in applausi un po’ esagerati ,lei riprende a cantare e noto uno strano fermento ,ai tavoli si raccolgono dei soldi ed inizia un via vai verso un banchetto che non avevo visto che è carico di fiori inanellati in collane e chi compera questi fiori va a metterli al collo della cantante che si inchina per favorire l’operazione ,ogni volta che uno di un gruppo mette queste collane ha come un atto di spregio verso l’altro , finita la musica la cantante si avvicina ad una tavolata che ha un moto di esultanza e all’altra si zittiscono e capisco che era una specie di asta per avere la cantante al tavolo e poi questa scena l’ho vista ripetersi parecchie volte e qualche volta l’esito non è stato così pacifico perché le sconfitte anche in queste occasioni leggere ,aiutate dall’alcool trangugiato, si trasformano in risse . Queste corone si chiamano “Malais” e servono per portare la cantante al tuo tavolo e poi lei recupera una percentuale sulla vendita di queste collane di fiori che le sono stati offerte . Noi “Farang” , questa è la definizione per noi occidentali, eravamo esclusi da queste aste ,perché quando mandavamo un gruppo di malais avevamo già vinto perché nessuno si metteva in competizione con noi, poteva succedere se c’erano altri stranieri nel locale ma tra di noi ci conoscevamo tutti e in questi “Sing-Song” le cantanti abbondavano. Comunque per quella era la prima sera e decido di ritirarmi ad una ora decente e mi avvio verso la mia abitazione sempre con le idee confuse ma con la sensazione di una atmosfera serena .
Mi addormento come un sasso e la mattina una luce accecante entrava dalla finestra che avevo dimenticato di oscurare e quello che mi si presentava era qualcosa di magico: il sole si rifletteva su un mare dalle onde molto piccole e rapide ed era contenuto da due promontori che si allungavano ai lati ricchi di vegetazione rigogliosa ,sulla estremità di quello di sinistra si vedeva in distanza una costruzione imponente che sembrava un tempio dal cui tetto partivano i bagliori di un incendio dovuto alla copertura dorata. Sembrava un quadro incorniciato dal telaio della finestra e sicuramente avevo avuto fiuto nella scelta della casetta. Ero rimasto incantato dallo spettacolo ma dovevo andare in cantiere. In effetti l’ansia per la guida a destra era spropositata non avevo nessun problema a parte agli incroci dove dovevo avere attenzione per non mettermi contro mano e dovevo concentrarmi .Quando sono arrivato in cantiere avevo già rimosso tutto e questo mi ha portato uno stato di euforia . Sul lavoro ritrovo vecchie conoscenze di altri lavori ,di altri paesi ed è proprio vero che il mondo è piccolo.. o noi siamo dei vagabondi… e tra vagabondi ci si scambia informazioni ed apprendo che il locale dove sono andato non è tra i preferiti e mi viene fatto un resoconto dettagliato di come gira il fumo…quali sono i locali che si possono frequentare e quali no dove si mangia bene ..dove sono puliti….dove si può andare a fare il bagno ..ecc.. ecc. Da questo cumulo di informazioni si sintetizza che a mezzogiorno ci troviamo tutti a un club “Shark” che ha modificato i canoni locali in fatto di culinaria per avvicinarsi ai nostri e dato che imparare a cucinare gli spaghetti vuol dire che tutti gli italiani vanno lì e per loro sono soldi…..la sera liberi tutti …ma ci sono un paio di locali da tenere presente…Uno i questi locali è da “Jean Paule” un francese che ha sposato una thai ha aperto questo locale e si è stabilito qui su questo piccolo promontorio dove si trova il ristorante composto da due mezze lune rivolte a mare con una pedana centrale ,con una ringhiera per appoggiarsi a guardare il mare il tutto circondato da piante lussureggianti e sotto nella spiaggia i bungalow, qui si mangia una cucina occidentale con del filetto buonissimo e ci sono anche due tipi di pasta.. con ragù e carbonara che ho dovuto modificare perché lasciava l’uovo crudo e durante queste spiegazioni ho avuto il piacere di conoscere Hann la moglie del titolare , una splendida donna, alta con un corpo da modella i capelli nerissimi… il naso era rifatto ma nell’insieme degli occhi dal taglio orientale dava un tocco di classe …bellissima… ed è strano perché per i nostri canoni di bellezza è difficile che una orientale vi rientri a meno che non sia una bellezza fuori dal comune, e questo è il suo caso, anche lei parlava qualcosa di francese e perciò era facile che venisse al nostro tavolo a scambiare quattro chiacchiere ed era come se la luna prendesse vigore e diffondesse la sua luce da quella posizione per noi non consona perché i quarti di luna non sono verticali ma quasi orizzontali.
Sono una bella coppia ed ognuno è orgoglioso della scelta operata , parlando con lui e chiedendogli della Francia le sue risposte sono sintetiche e concludeva sempre che lì era magnifico ma io notavo nei suoi occhi un qualcosa che fa parte del bagaglio delle mie esperienze e cioè che i posti pur bellissimi e piacevoli non sono mai come la nostra origine e l’insieme dei nostri affetti ma…. la vita continua……
Una sera siamo in una compagnia numerosa caricata su quattro macchine e finito di mangiare qualcuno lancia una scommessa “ l’ultimo che si butta in mare offre da bere per tutti “ ,le solite battute, è mezzanotte e ci lanciamo sullo sterrato che corre lungo la spiaggia i motori rombano e nelle curve le ruote sbandano ,finalmente arriviamo al passaggio tra la strada e la spiaggia che anche di giorno bisogna percorrere con attenzione ma il volume delle autoradio è alto i cuori sono scaldati da un po’ di alcool e passiamo come razzi senza inconvenienti ed iniziamo una corsa senza regole sulla spiaggia lasciata libera dalla bassa marea ,i sorpassi sono ardui e per passare bisogna mettere due ruote nell’acqua e le urla escono dai finestrini insieme alle note della musica rigorosamente italiana, nella mia la voce di Ruggeri in “mare d’inverno” è al massimo e sarà la colonna sonora di quel periodo. Finalmente arriviamo a “White Beach” dove ci sono due colonne bianche sormontate da un arco e disponiamo le macchine a semicerchio come una carovana attaccata dagli indiani e lasciando i fari accesi per chi non partecipa alla competizione ci spogliamo completamente e corriamo verso il mare a tuffarci in quel liquido nero, nel buio una sorpresa mi attende e resto affascinato ,nell’acqua ci sono dei corpuscoli probabilmente plancton che alla luce della luna riflettono come pagliuzze d’argento ed è come essere immersi in una soluzione argentea e mi aspetto di uscire dall’acqua e riflettere di luce propria .Troviamo una noce di cocco e come bambini incuranti di tutto …del fatto che è passata la mezzanotte ..che siamo …nudi … giochiamo a palla a volo
Poi ci manca il fiato e ci avviamo vero il circolo di luce dove la musica sale alta nel cielo in una serie di fuochi d’artificio sonori con le note a far da lapilli nel cielo aspettiamo che l’aria ci asciughi incuranti della nostra nudità e facciamo castelli in aria nel programmare la serata dopo ,anche perché il giorno dopo saremo tecnici impegnati e seriosi e programmati a svolgere il nostro lavoro. Ho sempre ringraziato il fatto che dentro di me ci sono due persone, una attiva e puntigliosa nell’ambito lavorativo e una fantasiosa e brillante fuori…. io evito accuratamente quelli che sono presi dalla parte sempre e li compatisco e ne conosco qualcuno che si vorrebbero lanciare ma sono frenati dal fatto che potrebbero perdere rispettabilità …..se sapessero che è proprio per questo che non sono rispettati ma solo sopportati. Da quella sera del mio bagno nell’argento liquido tutte le notti prima di andare a dormire facevo una nuotata davanti alla mia casetta…. posavo i vestiti sotto la veranda e correvo nell’acqua in un tuffo a pelo della superficie quando recuperavo i vestiti stavo qualche attimo a guardare l’orizzonte buio poi una doccia per levare il sale e una bella dormita …
è stato un bel momento.
E’ un bel momento anche leggerti.
grazie …stavo pensando anche ad una terza puntata…sarà mica troppo?
Uhm… no.
io direi molte altre puntate. che nostalgia. io ci ho fatto un mese in motorino in thai, non ho mai più ritrovato quella semplicità ordinata, la capacità di quella gente di parlare a voce bassa, il silenzio. la thailandia è stata per me il primo e unico estremo oriente e l’ho amato di un amore totale. a volte ci ripenso, alla spensieratezza di quei giorni, a cucinare i gamberoni sulla spiaggia, alla birra e gli anacardi, al motorino. che meraviglia.
tu un mese …io quasi 2 anni…un po’ ho girato…stavo provando a scrivere un’altra puntata ..poi vedrò
la sensazione è di bellezza conquistata dentro…
vorrei la terza puntata eccome se la vorrei!!
sembra un romanzo invece stai parlando di vero vissuto e lo fai in modo super!!!
bacione
monica