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I gigli nati sull’asfalto
non diventano orchidee
ma appassiscono per non morire
tra mani sporche e senza grazia.
Questo è il canto notturno
della circonvallazione a mare
e del reticolo ombroso di viali e di strade
dove crescono creature acerbe
dalla pelle liscia e scura,
che rende più selvaggio il dolore
e nasconde lividi e ferite.
Genova non nasconde
questa lunga fila di vite spezzate
le coccola e le ripara dal vento
nei suoi vicoli scuri
Genova le accoglie come accoglie il mare
Come un fato ineluttabile
loro aspettano di scaldarsi
sdraiate sui sedili posteriori,
a posare un bacio sull’ignoranza
e sulla violenza di non sapere amare,
e farlo per poche lire,
per rivedere il sole,
la terra che hanno lasciato
o almeno il passaporto,
per confrontare una vita stuprata
su una vecchia foto.
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Tag:Genova, poesia, vicoli
commovente
Amari versi dedicati ai Fiori che profumano d’infelicità.
Toccante e veritiera
Grazie Mauri
Mistral
grazie a te per la profonda lettura
Una poesia che parla di quei fiori acerbi strappati dalle loro terre e costrette a vendersi al miglior offerente.
Forte e intensa.
Un saluto
grazie
un saluto e un sorriso
tristissima ma vera!
si purtroppo vera realtà
Toccante poesia per un’agghiacciante realta’.
grande. grazie
si scivola d’immenso. ma poi la scelta è una: vivere, o no.
vagamente… godendo per esempio di uno stupendo arcobaleno, oggi. Il che non è poco…
vagamente?
stamattina la spiaggia era ricoperta di velelle (meduse blu con le pinne trasparenti, uno spettacolo non da poco
si sta come d’autunno, direbbe il Poeta, le foglie sugli alberi. Ci si inebria di sole, quando lo è dato, qui sul magnifico lago. Onora le meduse, scivolose presenze. Mare. Ne ho conturbante voglia.
sloggata. scusa, l’arabapernice ha prodotto riflessione…
immaginavo….bella la tua veduta dal lago