Riflessioni

aprile 30, 2012 § 16 commenti

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In questa giornata uggiosa le notizie della crisi , degli scandali politici mi danno lo spunto per varie riflessioni

Pongo una domanda: come possiamo mantenere brandelli di umanità nella realtà disgregata, desolata, di fronte ad un futuro incerto?

Lo si può fare solo con la nostra creatività, recuperando la cultura, il senso della storia degli uomini. Quando la ragione sembra persa e ovunque domina la paura, l’inquietudine, coperte da superficialità, mancanza di valori, incapacità a pensare con la propria testa, soggiacenza al pensiero dominante come è ragionevolmente possibile ritrovare una libertà di pensiero e la capacità di esserne veicoli?

Secoli di letteratura di riflessioni filosofiche, di teorie ci parlano in questo senso: Eschilo, Sofocle, Socrate, Euripide, Agostino, Dante, Dostoevskij, Kafka, Marx, ecc. i Vangeli che ci raccontano addirittura di un Cristo venuto in terra per sollevare i mortali dalla colpa, si perché di colpa si tratta. Possiamo ipotizzare che il groviglio oscuro della colpa sia all’origine di situazioni di violenza e di scontro di gruppo assai complesse e non facili da dipanare. Nelle generazioni, nella famiglia, nel gruppo, nella società si possono cogliere i livelli più primitivi della colpa. Negazioni, annullamento, proiezioni nell’altro questa sembra essere la vicenda propria della colpa. La colpa è sempre di qualcun altro, e quando il principio etico di assunzione di responsabilità viene meno, cade il fondamento stesso della vita civile e si entra nel caos.

Togliere il velo nero della colpa significa quindi prenderci la responsabilità in prima persona, rintracciare un metodo di pensiero, portare un esempio, incanalare la nostra passione verso la ricerca e la diffusione di cultura, di bellezza, apertura verso il sublime. Questo ci permetterà di non essere schiavi dell’ideologia dominante, di affermare la nostra libertà di esseri umani e forse trovare  un convivere civile degno.

I Greci la chiamavano eudaimonia, sottolineando la protezione di un buon demone, e la consideravano la condizione in qualche modo normale della vita, che è la realizzazione, gioia, soddisfacimento in una dimensione che riguarda sì gli agi esterni e il benessere corporale, ma anche e soprattutto l’interiorità dell’uomo. Tutti gli uomini tendono all’eudaimonia e la considerano il fine della vita, sottolinea Aristotele nelle sue lezioni di etica, riprendendo l’insegnamento socratico e platonico. Riappropriamoci di questo principio fondamentale abbiamo a disposizione uno strumento forte, il blog.

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§ 16 risposte a Riflessioni

  • lois ha detto:

    Già, tra questi post si inseguono le nostre voci, e ci rendono liberi nelle nostre scelte e nel modo di esprimerci… è una bella soddisfazione, ma se poi nella vita quotidiana, quella che dobbiamo vivere all’esterno ci tagliano pure la voce (come purtroppo sta accadendo), allora sarà dura e difficile far si che anche le nostre idee possano rincorrersi ed unirsi per cantare all’unisono contro quanto sta accadendo!

    • mauri53 ha detto:

      capisco …ma ti ricordo che le idee non si possono rinchiudere in recinti…troveremo il modo cmq

      • lois ha detto:

        È appunto quello che intendevo dire. È giusto esprimerci in questi spazio guidati dal nostro pensiero e dalle nostre libertà… ma non solo qui. Dobbiamo in qualche modo uscire fuori e far sentire forti le nostre voci!

      • mauri53 ha detto:

        certo , qui dovrebbe essere la cassa di risonanza per poter cambiare qualcosa fuori all’esterno portando le nostre idee e le nostre azioni

      • lois ha detto:

        E allora diamoci tutti da fare, a quanto pare siamo tutti scocciati e stufi, ma pronti a cambiare e a rinnovare… da questo punto di vista la nostra forza, attraverso i blog, è veramente tanta…
        Conoscendovi un poco tutti attraverso le cose che scrivete… credo che ce la possiamo fare!

      • mauri53 ha detto:

        proviamoci

  • newwhitebear ha detto:

    Giuste riflessioni le tue che a volte si intravvedono tra le pieghe dei blog.
    Il dramma è che dopo trent’anni di vita sepolta dal virtuale abbiamo smarrito le nostre identità, assefaundoci come dei tossici alla droga che giornalmente ci veniva instillata.
    Riprendere il cammino interrotto molti anni fa si può e si deve ma ci dobbiamo liberare da tutte quelle scorie che abbiamo accumulato.
    Un saluto

  • creepylaanan ha detto:

    se il blog ha potere forse dovrei scrivere meno sciocchezze sul mio…

  • tropposeria ha detto:

    Per prima cosa, buon Primo Maggio.
    Seconda cosa: d’accordo con te. Io ho una parola forte “sobrietà”, di parole (meno, ma più incisive e significative), nel consumo (siamo ridotti a consumatori, non Cittadini), nei rapporti umani (meno fb, più abbracci), etc.
    I blogger? Sopravvalutati. Leggere di più quel che davvero val la pena approfondire, ciascuno secondo il proprio percorso. Scrivere solo se si ha qualcosa di “sentito” da dire.
    Poi c’è la libertà di espressione, sovrano diritto democratico. Ma anche quella di non leggere il ciarpame bloggheristico che ci circonda.
    Nel ciarpame ci metto anche il mio blog, che non ha intenti educativi (!), ma solo di autoanalisi (!!!) 🙂

  • ombreflessuose ha detto:

    Ciao Mauri, concordo con te, ma è necessario prima risvegliare
    le coscienze, e poi tornare a dare valore alla vita
    Baci
    Mistral

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