Marilù
luglio 23, 2012 § 20 commenti
Marilù Un matrimonio imperfetto
Caro Mario, non so se farai come con molte delle altre lettere che a suo tempo negli ultimi dieci anni del nostro ventennale matrimonio, ho avuto bisogno di scriverti: lettere che contenevano le “mie ragioni” nei tuoi confronti e che ti mandavo sperando in un dialogo, un confronto in cui ognuno dei due, facendo sue anche le ragioni dell’altro, si mostrasse desideroso e capace di trovare una sintesi soddisfacente per entrambi. Forse butterai anche questa come tutte le altre. Pazienza. Sappi almeno, se riuscirai ad arrivare sin qui, che il decidermi a scriverti contiene una cosa importante: uno scatto di ribellione alla rassegnazione che, come ben sai, non è un sentimento positivo con il quale convivere e far convivere gli altri.
Mi spiace, perché vedo che non stai bene, combatti in silenzio contro una serpeggiante depressione alla quale non sei abituato a dare parole per farti davvero aiutare. Chissà, forse per come sei fatto, non vuoi neanche riconoscerla.
Vorrei. Vorrei che insieme fossimo capaci di uscire dal tunnel che è tuo, ma che è mio persino da un numero maggiore di anni. Vorrei che le “parole fossero fra noi leggere” (non mi ricordo chi l’ha scritto), e che riuscissimo a vivere anche la vita con maggiore leggerezza. Vorrei che fossimo capaci di desiderare ancora un po’ di felicità, di gioco e di spensieratezza: la vita come la sto e la stiamo vivendo insieme da un bel po’ di anni, mi è diventata pesante, e non mi piace accettarla così, senza far niente per migliorarla un po’.
Vorrei non combattere con te su qualsiasi argomento: E questo significa che vorrei che tu fossi più rilassato e non perennemente in guardia.
Vorrei che questo tempo, il tempo della nostra pensione / come continua a sembrarmi brutta questa parola / un tempo che tutti e due cerchiamo un po’ nevroticamente di riempire, terrorizzati dalla paura del vuoto, fosse anche un tempo di “servizio” l’uno nei confronti dell’altro.
Vorrei che tu provassi piacere ad aiutarmi. Vorrei che invece di soffrire e sentirti così spesso offeso, solo e non capito, tu ti vedessi dall’altra parte dello specchio e riuscissi a ridere un po di te.
Vorrei che tu ogni tanto mi chiedessi scusa. Scusa per non avermi vista, non avermi aiutata al momento giusto, non essermi stato vicino come e quando mi sarebbe servito da morire, non avermi fatto piangere fino a non poterne più sulla tua spalla quando ne avrei avuto bisogno, e ridere in un momento successivo. Scusarti per non avermi rispettata, per avermi sempre costretta a fare i conti con il tuo bisogno di affermazione, espressione della tua insicurezza. Vorrei che tu mi chiedessi scusa per pensare così poco al mio piacere di vivere, anche perché non riesci, non sei mai stato capace di pensare al tuo. Vorrei che tu fossi capace di essere, non dico sempre, qualche volta, più generoso nei miei confronti.
Vorrei sentirmi meno sola
Vorrei essere più felice
Non lo sono.
Io non ho più tempo per aspettare. E non ne ho più voglia. Non ho voglia di sopportarti anziché essere felice con te. Non ho più voglia di stare con te e di sforzarmi di capirti e accettarti ogni giorno, ogni ora, ogni momento. Io sono una persona piena di difetti, lo so. Ma ho bisogno di qualcuno che sorrida con me anche di quelli.
Comincia a pensare a come regolare la situazione. Me ne vado
C’è un momento in cui anche l’amore più grande si trasforma in sofferenza. Solo sofferenza, che non può bastare. L’amore probabilmente non sparisce (parlo per me) ma il disagio e l’impotenza ti devastano e giorno dopo giorno, e come in una spirale viene a mancare anche la tua autostima e la capacità di pensare al da fare e a cosa dirsi. È brutto, perché ti trovi al bivio tra l’amore (ma a cui mancano i sorrisi e l’interazione) e l’impotenza di combattere contro un nemico invisibile che assume le sembianze di chi ami.
una analisi lucida e reale
grazie
un sorriso
Non solo caro Mario,,,, caro xxxxx. Chissà quante donne potrebbero scrivere questa lettera! Un abbraccio
credo sia ambivalente
un sorriso
Hai ragione!!! :-)!!!
Certo che dopo un matrimonio ventennale scrivere una lettera del genere significano due cose: lei lo ama ancora e vorrebbe salvare il salvabile, lui è sparito tra la folla e non pensa di salvare nulla.
Bella lettera, interessante i contenuti che meriterebbero un dibattito più ampio.
O.T.
Ti avevo contattato via mail per sentire la tua disponibilità per il mese di agosto su Caffè Letterario.
Le date rimaste sul campo sono 1, 15 (che avevo preso in carico io in assenza di pretendenti) e 8 e 26, che Nunziadaquale si diceva disponibile a coprire.
Se mi sai dire qualcosa, ti ringrazio in modo che possa dare una veste definitiva al calendario.
facciamo 1/8 … perché probabilmente riparto ma non prima del 10 o 15 ancora non so
Perfetto! Così io pubblico per ferragosto.
ok
mica facile…
niente è facile
…mi ritrovo in queste parole, così intense, pregne di un retroscena che si intiuisce, che si percepisce, un’atmosfera che penso molti abbiano in comune dopo tanti anni trascorsi insieme alla persona che si ama, che si è amata o che si crede di amare ancora. La routine è una brutta bestia, ti correde dentro, giorno per giorno e non te ne accorgi, quando se ne ha consapevolezza la maggior parte delle volte, è oramai troppo tardi, anche se si dice che: meglio tardi che mai!
credo sia una condizione molto comune ma molti non se ne rendono conto oppure la accettano senza patemi d’animo
La moglie di mo cugino, una mattina ha preso armi e bagagli èd andata via dopo quasi vent’anni di matrimonio. Non un rigo che spiegasse il suo gesto. Quando le ho chiesto “perchè non gli hai scritto una lettera?” mi ha risposto
“Se non ha saputo leggere in tutti questi anni la frustrazione e l’infelicità sul mio viso, come vuoi che gli riesca di farlo su un pezzo di carta?”
Un saluto.
struggente sequenza di ‘valide’ ragioni che segnano la solitudine di un amore o della speranza di realizzarlo e viverlo ‘per sempre’.
sherazademegliosolitudinechetantasofferenza
la storia è come molte di questi tempi.. i rapporti si sono evoluti per molte cose ma rimane una incomprensione di fondo tra i sessi, dovuta a un mix di cose.
prenderne coscienza e avere la voglia di parlarne è un primo passo.
le chiavi della percezione e del linguaggio dell’altro_a sono fondamentali per arrivare a qualle immedesimazione che aiuta la comprensione.
bisogna averne coscienza di volere intraprendere la strada della comprensione….spesso basta un niente per rompere anni di relazione a due
Non ho parole. Bellissimo. Sei davvero bravo.
Tu sei più brava a fotografare
Una lettera che non lascia scampo. Amara rassegnazione della realtà. Può accadere in un rapporto di coppia