Una lettera

Maggio 12, 2017 § 15 commenti

 

Ho ripensato al significato da attribuire allo scrivere una lettera, e anche a quello della lettura di una lettera. Il primo pensiero è: le parole scritte fanno paura. Ho sempre pensato che quando si scrive venga fuori il  ritmo dell’anima, quando si parla si può mentire, quando si scrive no. Non è possibile! E’ come tirar fuori da sé qualcosa di vitale, a volte di spaventoso, a volte di bello. E’ come incartare una parte di sé e spedirla, questo è scrivere lettere. Per questo le parole sono un corteggiamento violento, entrano dentro la carne di chi le legge. La lettera d’amore poi è un’amplificazione  di tutto questo, chi la scrive desidera che l’altro senta con le sue parole, le tocchi, annusi, aspiri, è come un gesto d’amore impresso sulla carta e trasferito al destinatario.

Resta però sempre incompiuta, con qualcosa di mancante di inespresso. Come mai? Per quanto si cerchi l’espressione appropriata, la parola precisa, sembra di non aver detto tutto. Silenzio,  manca il silenzio, scrivere senza parole. La gente pensa che stare insieme voglia dire parlare e così le parole diventano panico, imbarazzo, i vuoti sono momenti da riempire. Stare in silenzio invece è pienezza, è condividere l’essenziale. La felicità è inspiegabile, è come un’acqua calma che sale dentro, muovendosi lenta, con un ritmo simile al battito del cuore. Vorrei provare a scrivere con il silenzio forse riuscirei a trasmettere  un’emozione.

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