Settembre

settembre 11, 2012 § 30 commenti

Ti vedo all’angolo dell’incrocio la tua figura si staglia contro il muro bianco ,non mi hai ancora visto e sul tuo viso c’è una espressione altera e seriosa…….. mi vedi e ti illumini ..i tuoi occhi brillano, la pieghetta vicino alle labbra guizza mentre mi racconti le ultime novità .Ci avviamo verso il promontorio e la risacca del mare si fa più intensa .Affrontiamo la salita tenendoci per mano e con piglio deciso ,il mare appare improvvisamente sotto di noi che si infrange violento sugli scogli, lontano nel cielo appare una massa nera che si avvicina ,è settembre sarà una burrasca.

Ci fermiamo e dopo questo spettacolo mi aspetta il profondo dei tuoi occhi ,ti avvicini ed il tuo seno segue il ritmo dei tuoi ansimi ,dalla scollatura intravedo il tuo reggiseno nero….. aderisci il tuo corpo al mio …socchiudi le labbra………

Scendiamo verso la spiaggia per un sentiero tortuoso che porta i segni dei passaggi nell’estate agli sgoccioli, la spiaggia è poco popolata ed è facile trovare un posto appartato.

Stendiamo i nostri teli e mi guardo in giro per darmi il tempo di guardarti mentre ti spogli, cosa che tu fai con lentezza quasi per farmi assaporare il momento. Ci tuffiamo nel mare incrociando l’onda che ci sommerge , sbuchiamo dall’altra parte e ci facciamo cullare dai cavalloni.

L’acqua non è proprio calda e presto il freddo ci fa venire le labbra blu….usciamo e cerchiamo di scaldarci al tiepido sole. La burrasca ha cambiato direzione e si allontana sul mare, uno stormo di gabbiani ci cala in picchiata virando sul pelo del mare con in bocca la preda, tra le onde si vede una macchia in movimento e gli uccelli si tuffano a ripetizione nel banco fino ad essere satolli.

Coloro che hanno cercato di indagare sull’indole delle onde sostengono che ce ne sono di quelle che si sono mosse da più di un secolo, e continuano a provenire da Dio sa dove. Per chi guarda la superficie del mare , fintanto che non è troppo mosso, è difficile credere che abbiano una direzione stabilita o che la possano conservare. Quando spuntano infine , i bambini e gli adulti osservano la loro successione mettendosi a contarle e domandandosi quale sarà la più forte e la più alta, la prima o la terza , o la terza e la settima, come andrà a frangersi la nona o quale dovrà essere l’ultima. Finite sul fondo del mare, già informi, stanche e forse invecchiate, esse non si possono più riconoscere né seguire né cavalcare scivolando sulla cresta , anticipandole nella depressione……si ……non si può neanche più cavalcare quelle fresche generate dal vento ……….questo è un fatto.

Un soffio di vento mi lancia della sabbia addosso ,mi riprendo dal mio torpore …..apro gli occhi…tu sei sdraiata vicino a me, il tuo due pezzi ridotto ai minimi termini in maniera da mettere al sole il più possibile di centimetri quadri di pelle …….a settembre il mare non è il massimo ….ti lascia sempre quell’espressione insoddisfatta . La temperatura non è sempre tale da permetterti di stare in costume sulla spiaggia e il maestrale che batte sulla costa raffredda i bollenti spiriti. Ci siamo posizionati dietro a una duna di sabbia per proteggerci dal vento e dagli sguardi degli ultimi bagnanti che si attardano a prendere gli ultimi raggi di un sole che si nasconde dietro ai monti e apre il suo sacco di rosso sul mare increspato. Le ombre lunghe di cespugli di erica che il secco dell’estate ha ridotto a ragnatele sfilacciate dal vento ci stanno per ghermire. I nostri vicini raccolgono le loro cianfrusaglie e si avviano verso la strada ,la spiaggia è praticamente deserta…….un brivido ti percorre e la pelle si increspa, ti avvicini a me ed io ti butto sopra un telo ma i brividi mi percorrono la schiena come cavalli nella spuma ,mi stringo a te e tu  mi stringi tra le tue gambe e mi accogli sotto il telo. Lentamente ci trasmettiamo calore e ci ripariamo, la pelle si rilassa e il respiro si regolarizza, stiamo bene così vicini , stretti , fusi uno con l’altra. Cerco la tua bocca tra i capelli che ti oscurano il viso, il sapore del sale è piacevole e finalmente trovo le tue labbra….un bacio dolce e un sussurro……il tempo è finito …

dobbiamo andare…….

Pubblicità

due giorni a Natale

marzo 2, 2012 § 2 commenti

Image

“Tutto, capisci? Lei si ricorda TUTTO”. Il tizio era seduto davanti a me, sullo sgabello americano – l’occhio un po’ troppo spalancato sul terzo whisky. Ho il bar davanti al mare da venti anni, e certi tipi li riconosco da lontano: o.k., girano, girano come trottole, ma poi arrivano sempre li’: a parlarti del loro primo amore, e del dannato primo bacio, e di tutti gli eccetera del caso.

Ho il bar davanti al mare da venti anni. Che noia. Dicono che le donne parlino d’amore così volentieri fra loro – e già le sento, a raccontarsi, nelle toilette delle signore, dal parrucchiere, e chissadove, e trucchi, fruscii, cose di donne… gli uomini no. Gli uomini parlano solo con noi baristi. E raccontano. Ma questo tizio cosa mi stava raccontando?                                                          

“Lei non ha dimenticato nulla…certe canzoni – sa esattamente tutte le parole! O…come andarono certe nostre domeniche…e quel certo vestito, quel preciso gesto! Sono passati più’ di trent’anni. Io…io ero un sedicenne spocchioso e disattento, e quanto lo fui con lei! Forse per questo ha deciso di vendicarsi a colpi di memoria…e cosi’ mi telefona , mi scrive, mi lascia biglietti sulla porta di casa, e mi racconta come eravamo. Esattamente. Come in un film. Tutti i dettagli al loro posto. Inesorabile. Oh, un poco alla volta, lentamente, come a dosare un veleno sottile…e io ogni volta sento quella fitta al cuore, per noi, per il tempo…Lo so che cosa vuoi dirmi: perché’ non le dico di smetterla, perché’ non cambio telefono, casa, vita. Semplicemente non posso. Non posso farne a meno. Mi sveglio ogni mattina, e tutto e’ cosi’ grigio. Ma so che di li’ a poco lei mi descriverà quella nebbiolina che si alzo’ improvvisamente alle 17,30 del 30 Marzo del ’74, e il bacio leggero che sfioro’ le nostre labbra…E tutto si colora! Di nebbia, di ricordi… E una vertigine mi stringe lo stomaco…”

“Nessun problema, amico. Niente che non si possa cancellare con un’Alka-Seltzer. Anche se quello fosse stato il Grande Amore Della Tua Vita. L’Eldorado Del Batticuore. La Bibbia Del Cheek To Cheek. Non hai più sedici anni, Johnny. La vita va avanti. Ho il bar da vent’anni, e devo pur dire qualcosa ai clienti: ”Forse lei è stata il grande amore della tua vita, o forse no, ma che importa? Hai incontrato altre donne, giocate centinaia di partite, viste migliaia di albe…”

“No, non capisci, non sono semplici ricordi… sono pezzi di vita… le parole hanno quel gusto, e palpitano, solo per noi due, nel mondo, nell’anima…e nessuno, mai, nessuno, nessuno…”

L’occhio del tizio sparava lampi allucinati, la mano tremava sul bicchiere. Parlava, parlava. Sempre più concitato: ”Perché’ io posso dirti: – woodstock belforte alias – e per te sono parole senza senso!”

Ora stava gridando: ”Oppure senti questa:-TANDEM LENNY CILLO – NON CAPISCI, VERO? e se poi ti dicessi – DUNKAN SOLARIS ALTOMARE – EH? CHE DIRESTI? EH?”

 “Che in altomare c’è di sicuro il tuo cervello, amico! Che mi stai raccontando? E’ normale che sia cosi’, sono ricordi VOSTRI !

 Certi imbecilli dopo il secondo whisky ridiventano bambini, e allora vai a fargli capire che e’ arrivato il momento del conto! Accasciato sullo sgabello il pazzo digrignava suoni senza senso, in un singhiozzo febbricitante: ”Cava! cava, santanna! Ventisei, venti, portobello…AH! Marcord, marcord…”. Dovevo prendere in mano la situazione.

“Senti, bello. Io ora vado a pulire il bagno. Intanto ti ho fatto il conto – sono tre whisky, giusto? – tu paga, e quando torno non ti voglio più qui. Nel mio locale non ho bisogno di un nonno dei fiori in overdose da madeleine. Fuori c’è il mare. Vai a cercare la tua pusher di ricordi. La posta del cuore chiude. Basta.”
Entrai nel bagno, sentivo schegge di elettricità sulla punta delle dita. Respirai profondamente, mi accesi lentamente una paglia. Diamine, non ne potevo più del tizio. Ma che si credeva, di essere l’unico al mondo ad aver avuto un primo amore? Alla sua età bisognerebbe essere un po’ più posati, dico io. E curare il prato del giardino. Il bagno di un bar davanti al mare ha sempre una piccola finestra, nella quale ci sono delle piccole imposte che hanno delle piccole fessure. E tu puoi avvicinare l’occhio a una piccola fessura. E vedere l’infinito. Ma vicino all’infinito quel giorno c’era qualcosa: una scritta. Una calligrafia un po’ incerta aveva tracciato delle parole con il lapis, una specie di filastrocca, o cosi’ sembrava:

                                       Adios muchacha

                                       grazie per la tua piccola malinconia

                                       e per la pioggia

                                       per tutti i cinema

                                       per il telefono

                                       e per l’allegria            

                                       e per le scale tristi di musica

                                       e per la dolce periferia       

                                       ( e grazie ancora )

                                       per le canzoni   

                                       e per il mare

                                       per gli abbandoni

                                       e il ricordare

                                       e per il freddo

                                       il treno

                                       il cuore

                                       per la tua voce e per le tue mani

                                       e per quel sogno, e per quel rumore

                                       nel sottofondo di ciò che fu il domani…

                                       il grande mondo e noi

                                       lontani

                                       fra noi il mare ma…

                                       una stella luminosa nel buio della notte

                                       – rondini in volo di fantasia!

                                       Adios muchacha

                                       Grazie di tutto il niente

                                       E per quel tutto

                                       Che vola via

Tornai in sala: Il denaro era sul bancone, del tizio neanche l’ombra. ”Maledetto romantico” pensai – “ora mi toccherà anche di pulire il muro del bagno”, e sentii salire un brivido di freddo.
Il mare era sempre più scuro, e mancavano solo due giorni a Natale.

Gozzi lontani

febbraio 29, 2012 § 1 Commento

Sguardi perduti su gozzi lontani

come pensieri repressi

Voci che scivolano sulle onde

come sogni inespressi

Gomiti appoggiati su ringhiere marce di salsedine

Rimpianti elaborati dagli addii

Sigarette bruciate a rincorrere volute di fumo.

Quante separazioni , partenze, ritorni

Nel naso il tuo profumo , nelle orecchie il suono delle tue parole,

nella bocca il gusto del tuo bacio reso amaro dalle lacrime.

Abbracci veloci per non lasciar spazio alle emozioni

Spazi riempiti di solitudine, emozioni rubate , sguardi vuoti.

Cambiare per non soffrire, soffrire per non cambiare.

Ripartire per vivere l’ansia del sentirsi solo,

una vita rammendata dai ritorni in attesa degli strappi delle partenze.

Le tenebre si spargono lentamente sul mare ,

sui gozzi si accendono le lampare come falene nella notte.

Con la lingua sento il sale sulle mie labbra,

la stretta al  mio cuore si allenta

la mente si apre in un sorriso

ora sono a casa.

Dove sono?

Stai esplorando le voci con il tag mare su 10sigarette.